Sant’Ilaro o Sant’Hellero Patrono della Città di Lugo

Giorno del Patrono il 15 Maggio

Il santo è particolare protettore di Lugo; la sua festa è celebrata il 15 maggio giorno della sua morte.

Durante la messa vespertina di solito presieduta dal Vescovo della Diocesi di Imola vie

LUGO: PROCESSIONE SANT ILARO 15-05-2015—FOTO FIORENTINI

ne ufficiata una cerimonia solenne. Terminata la liturgia segue la processione nelle piazze del centro del Busto di San’Ilaro nel trono dorato.

Storia di Sant Ilaro

Nacque in Tuscia nel 476. A dodici anni, nell’ascoltare la lettura del brano di Lc. 14, 26, decise di darsi alla vita solitaria: lasciò la casa paterna, si inoltrò sull’Appennino, scese verso l’Emilia e scelse per propria dimora, dietro indicazione di un angelo, un monte della valle del Bidente a circa un miglio dal fiume. In quel luogo costruì in tre anni una cappella dove pregare e, sotto di essa, una spelonca dove alloggiare, procurandosi il vitto col proprio lavoro.

La nascita del monastero

A vent’anni passò dalla vita eremitica a quella cenobitica: infatti un nobile ravennate, Olibrio, pagano e posseduto dal demonio, fu condotto al santo perché lo esorcizzasse. Olibrio fu liberato dallo spirito maligno, fu battezzato con tutta la sua famiglia e, essendogli morta poco dopo la moglie, si offerse insieme coi due figli come compagno di vita monastica ad Ellero: donò al santo i suoi averi e tra l’altro un piccolo terreno poco lontano, da lavorare. Sorse così, verso il 496, il nucleo monastico di Galeata.

La regola

Altri miracoli compiuti dal santo e, aggiungiamo noi, lo smarrimento e lo sconcerto provocato dai grandiosi e terribili eventi di quegli anni (caduta dell’impero ed invasioni barbariche in Italia), gli recarono nuovi discepoli. La regola che egli fece osservare era semplicissima, non molto dissimile, a quanto pare, da quella di s. Pacomio (quale del resto troviamo seguita in tutti i monasteri occidentali prima di s. Benedetto): essa era basata sulla preghiera comune, sul digiuno, sul lavoro dei campi, sulla pratica della carità, per cui ogni monaco, ed Ellero primo fra tutti, lavava i piedi al proprio fratello e gli offriva ogni più umile servizio.

La benedizione dei frutti

Notevole il particolare che ogni monaco doveva far benedire dal “